Lo champagne di Maria Antonietta è il gioiello di un artista francese | Marie Claire Italie – par Ilaria Introzzi
Storia d’amore fra le bollicine più preziose di Francia e un virtuoso del saper fare che guarda al futuro (del Pianeta)
Andare oltre confini, spingersi dove nessuno ha mai osato prima. Capita ai più coraggiosi e agli esploratori. Nel campo dell’enologia, a chi vuole scoprire e gustare delle perle inedite di cui innamorarsi. Accade se si versa in un’elegante flûte di bollicine vendemmiate della maison Piper-Heidsieck, Charles Heidsieck e Rare Champagne. Tre identità in una, la cui essenza vive secoli di storia. Anni in cui grandi appassionati ed esperti hanno avuto l’onore di provare una delle sue esclusive bottiglie, prodotte sempre in edizione limitata. Il motivo è la volontà di Rare di accostare all’eccellenza del suo Millesimé un gioiello sull’esterno, mai uguale. Avviene ben 100 anni dopo che la maison si presenta alla corte di Maria Antonietta nel 1785, ovvero per marcare il primo anniversario del progetto vinicolo, nel 1885, quando Piper-Heidsieck chiede a Pierre-Karl Fabergé, il gioielliere dello Zar Alessandro III, di creare una bottiglia preziosa e unica in oro, diamanti e lapislazzuli. Rare Champagne, forte del successo, non si è quindi fermata a quello storico evento. Anzi, l’ha portato avanti. Oggi, come tutte le aziende vinicole in grado di coniugare il saper fare trasmesso dalla tradizione e una visione contemporanea non solo dei vini ma anche del mondo, chiama un altro creativo per interpretare una chicca unica nel suo genere: la Mathusalemm (un formato di 6 litri esclusivo solitamente usato per eventi importanti) del Rare Rosé Millésime 2012, parte dell’ultima annata, fatta a mano dal William Amor. (…)
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